Wall Street reagisce compostamente al ritiro di Biden

22 lug 2024 08:24 CEST


Uno sguardo alla giornata sui mercati globali ed europei, di Wayne Cole.

La giornata è iniziata con la notizia, evidentemente non inaspettata, del ritiro del presidente Joe Biden dalla corsa per la Casa bianca a cui il mercato ha reagito finora senza eccessi. I futures di Wall Street sono in lieve rialzo, i rendimenti dei Treasuries in altrettanto lieve calo e il dollaro è di fatto poco mosso.

Biden ha appoggiato la sua vicepresidente Kamala Harris facendo sì che si trovi in pole position per la nomination che è ufficialmente prevista in occasione della convention democratica del 19-22 agosto.

Il sito di scommesse online PredictIT indica che le quotazioni per la vittoria di Donald Trump sono scese di 5 centesimi a 59 centesimi, mentre quelle di Harris sono salite di 13 centesimi a 40 centesimi. Il governatore della California Gavin Newsom, un altro possibile sfidante democratico, ha perso 3 centesimi.

Goldman Sachs ha detto di non aspettarsi che il programma dei Democratici relativo alla politica di bilancio e commerciale cambi in modo significativo nel caso in cui la Harris sia la candidata.

L'altra notizia di rilievo è giunta dalla Cina che ha varato a sorpresa un taglio dei tassi di 10 punti base per il tasso repo a sette giorni. I rendimenti obbligazionari sono scesi su tutta la curva nonostante i recenti sforzi della banca centrale cinese di farli salire.

Anche lo yuan USDCNY si è indebolito, sebbene il movimento sia stato modesto. Gli analisti consideravano poco probabile un taglio da parte della banca centrale cinese per via delle possibili pressioni sulla valuta.

Come spesso accade in occasione delle decisioni di politica monetaria di Pechino, gli investitori sono sembrati poco soddisfatti in parte perché la mossa sottolinea quanto sia stata anemica la ripresa. I listini cinesi hanno ceduto lo 0,6% circa, dopo il rimbalzo della scorsa settimana.

In calo anche Taiwan per via dei timori per le limitazioni Usa sulle vendite di chip e per il rischio che l'amministrazione Trump imponga dazi su una serie di importazioni, scatenando una temuta guerra commerciale globale.

La scorsa settimana i titoli tech ha visto sfumare circa 900 miliardi di dollari dall'omonimo settore dell'S&P 500 in un calo che non è giunto a sorpresa dato che Alphabet GOOG, Tesla TSLA, Amazon.com AMZN, Microsoft MSFT, Meta Platforms META, Apple AAPL e Nvidia NVDA rappresentano circa il 60% dei guadagni dell'S&P 500 da inizio anno.

Intanto sono attesi domani i risultati del secondo trimestre di Tesla e di Alphabet, la controllante di Google, protagoniste dei 'Magnifici sette'.

Le aspettative sono elevate: gli utili annuali dovrebbero salire del 17% per il settore tecnologico e del 22% per quello delle comunicazioni.

Principali 'driver' di seduta:

- Banca d'Inghilterra, intervento direttrice esecutiva Victoria Saporta

- Federal Reserve Chicago diffonde National Activity Index giugno

- Risultati societari, Verizon VZ, Nucor NUE e Brown & Brown