Tensioni Medioriente spingono prezzi petrolio

4 ott 2024 06:34 UTC


Uno sguardo alla giornata per i mercati europei e globali da Rae Wee

I prezzi del petrolio si avviano verso il maggior rialzo settimanale da oltre un anno oggi, spinti dall'escalation delle tensioni in Medio Oriente che hanno gettato un'ombra sui mercati globali in vista del weekend.

La maggior parte degli indici e dei futures azionari sono positivi, ma i guadagni sono limitati dalle speculazioni degli investitori sul fatto che Israele potrebbe effettuare a breve una rappresaglia contro l'Iran.

I contratti sul Brent BRN1! dovrebbero guadagnare circa l'8% per la settimana - il massimo da febbraio 2023 - mentre il rialzo settimanale dell'8,2% dei futures del greggio statunitense CL1! sarebbe il più grande dal marzo dello scorso anno.

I mercati potrebbero aver trovato un po' di conforto nel fatto che Joe Biden ha dichiarato di non credere che ci sarà una “guerra totale” in Medio Oriente. Tuttavia, in precedenza aveva indicato che gli Stati Uniti stanno discutendo di attacchi alle strutture petrolifere iraniane come risposta all'attacco missilistico di Teheran contro Israele.

Mentre le quotazioni del petrolio risalgono su livelli visti un mese fa, le azioni mondiali e la propensione al rischio degli investitori iniziano ad avvertire la pressione. Se le tensioni geopolitiche dovessero persistere e i prezzi del greggio continuare ad aumentare, i mercati potrebbero dover rivedere le loro previsioni sull'inflazione.


The chart shows that Brent crude oil futures has increased by around 5 to over 75 a barrel since the killing of Hezbollah top leader Sayyed Hassan Nasrallah on September 28 in an Israeli airstrike
Thomson ReutersOil price wary amid prospects of war escalation

Il rischio di un conflitto sempre più esteso in Medio Oriente tiene probabilmente sulle spine anche il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, e forse ha avuto un peso importante nel determinare le sue ultime dichiarazioni secondo cui la banca centrale statunitense si manterrà tendenzialmente su tagli dei tassi di interesse di un quarto di punto percentuale nei prossimi mesi.

L'ultima cosa che Powell vorrebbe è che la Fed allentasse la propria politica troppo rapidamente per poi assistere ad una ripresa dell'inflazione. Naturalmente, la tenuta dell'economia statunitense è anche la ragione più ovvia - e meno preoccupante - per rallentare il percorso di allentamento monetario.

Il rapporto sui salari non agricoli di settembre sarà al centro dell'attenzione nel corso della giornata, anche se i dati recenti che mostrano la continua forza del mercato del lavoro e l'impressionante attività del settore dei servizi implicano che c'è poco da essere nervosi prima della pubblicazione delle statistiche.


Line chart of the US unemployment rate
Thomson ReutersRising unemployment, rising risk

La giornata vedrà anche una serie di interventi dei responsabili politici della Banca Centrale Europea e uno del capo economista della Banca d'Inghilterra Huw Pill.

Resta da vedere se Pill riuscirà a mantenere lo stesso tono dovish del suo capo Andrew Bailey, che ha affermato che BoE potrebbe ridurre i tassi di interesse in modo più aggressivo se le pressioni inflazionistiche continueranno a indebolirsi.

Altrove, i porti della costa orientale Usa hanno riaperto ieri sera dopo che i lavoratori e gli operatori portuali hanno raggiunto un accordo salariale per risolvere il più grande sciopero del settore in quasi mezzo secolo.

Possibili driver:

- Rapporto sui salari non agricoli degli Stati Uniti (settembre)

- Intervento Huw Pill della Banca d'Inghilterra

- Interventi di vari responsabili politici della Banca centrale europea